Avete presente quando qualcosa a cui tenevate particolarmente non va come voi avreste voluto e il vostro umore subisce un inabissamento talmente drastico da far concorrenza al crollo della borsa di Wall Strett nel ’29?
Quando vi impegnate, date tutti voi stessi in un progetto e poi, nonostante gli sforzi fatti, la Dea Bendata si rivela più stitica di vostra nonna dopo una settimana a riso in bianco e semolino?
Quando vi affidate alla vostra buona stella, ci credete fino in fondo, e, una volta espresso il desiderio, alzate lo sguardo e scoprite che si trattava soltanto del riflesso dell’insegna del kebabbaro sotto casa vostra?
Quando, una volta scoperta la triste verità e ricevuta la batosta, cercate di farvi forza, ma tutto quello che vi riesce è un sorriso da 2 Novembre corredato da un sospiro al profumo di bile, e passate il resto della vostra giornata a rimuginare su quanto accaduto senza riuscire a smettere di tornare con la mente al momento dell’umiliazione più cocente, della delusione più profonda, della frustrazione più pungente… E vi lasciate andare a pensieri avvelenati su voi stessi e sulle vostre capacità estendendo il severo giudizio a tutta la vostra persona, arrivando a odiare persino quell’unghia del piede tagliata troppo corta, e tutto il resto vi sembra inutile e vano e all’improvviso non sapete più chi siete, dove siete, perché siete al mondo, e un profondo turbamento si accompagna a domande sul senso della vita mentre un nodo alla bocca dello stomaco si fa sempre più stretto e vi costringe a chiudervi in camera da letto, mettervi sotto le coperte e non uscire fino a quando il mondo sarà un luogo migliore o l’intera razza umana avrà cessato di esistere?
Ottimo.
Allora STATE SBAGLIANDO TUTTO.