LEZIONE 10: Non criticare

Tutte le donne frequentano degli uomini. E tutte, prima o poi, si trovano a fronteggiare una delle situazioni più tipiche dei nostri tempi: occasione mondana, argomento a scelta, opinioni dei presenti, tu sei donna quindi parla pure, viva il femminismo, ma tanto hai torto comunque.

Sbaglio, forse? Ovviamente sì, stando a questo ragionamento.

Intendiamoci, non voglio star qui a far la predica su femminismo, cortei e tette al vento, ma se è vero che la causa sta prendendo sempre più piede (in modo più o meno condivisibile), è anche vero che nel cervello maschile sembra esser radicata, consapevolmente o inconsapevolmente, la convinzione che le donne siano inferiori e non abbiano voce in capitolo su numerosi argomenti (tutti, forse?).

Quante volte vi sarà capitato di andare al cinema in compagnia e poi fermarvi a discutere di ciò che si è appena visto? Ci si scambiano pareri e opinioni, ognuno sembra libero di dire la sua, fino al momento in cui tu, essere umano di sesso femminile, esprimi il tuo personalissimo parere e il tuttologo della situazione si sente in dovere di spiegarti il SUO punto di vista, assolutamente imprescindibile alla comprensione del tema in oggetto, approfondito fin nei minimi particolari con tanto di traduzione simultanea in cinque lingue diverse e campagna elettorale per aderire al suo partito che, ok, ancora non ha, ma a cui sicuramente provvederà a dar vita nelle successive 24 ore.

Ed ecco che ti riduci al silenzio per evitare di trasformare una pizzata tra amici in una rivisitazione di Shining (che anche una marinara troppo cotta può distruggere la porta del bagno e lo sai bene) e ti limiti a sorridere in attesa che ti venga rivolta la fatidica domanda: “E tu cosa ci dici?”

“Oh, il film carino, ma ‘sto ristorante che avete scelto fa schifo. La vostra capacità di giudizio lascia veramente a desiderare, a volte.”

Del resto, potremo anche fermarci prima di usare un’accetta contro di loro, ma nessuno ci impedisce di lanciare qualche frecciatina all’occorrenza, no?

LEZIONE 9: No ai luoghi comuni

Ah, che belli i luoghi comuni, i proverbi, i modi di dire! Al mondo ne esistono tanti e diversi, la gente li ama e li usa così spesso da riempirsene la bocca ad ogni piè sospinto, manco fosse una ciotola di patatine durante un aperitivo tra colleghi.

Portatrici di false verità, le frasi fatte hanno ormai conquistato ognuno di noi. Ecco un veloce assaggio di alcune delle credenze più sbagliate che ci siano in circolazione.

LE BIONDE SONO STUPIDE: primo, più della metà delle cosiddette bionde nel nostro Paese è tinta. Secondo, le altre sono straniere e gli italiani non sanno l’inglese. E adesso giudicate, forza.

LA PUTTANA E LA LATTUGA, UNA STAGIONE DURA: e allora com’è che le ex non muoiono mai?

ROSSO DI SERA, BEL TEMPO DI SPERA: mettiamola così. Ti viene il ciclo la sera prima di andare a dormire, ti svegli in un bagno di sangue scossa da atroci crampi addominali e il tuo umore è più nero del cielo durante un temporale estivo notturno. Poi altro che fulmini e saette, Zeus levati che volano le bestemmie.

A LUME SPENTO E’ PARI OGNI BELLEZZA: e gli altri quattro sensi che Madre Natura ci ha gentilmente donato, dove li abbiamo lasciati, nel villaggio dei Puffi? Fidatevi che se siete a letto con un bidone dell’umido ve ne accorgete anche al buio.

DONNA E FUOCO, TOCCALI POCO: e poi ci credo che gli uomini non sanno neanche cosa siano i preliminari. Chi l’ha inventata, ‘sta cacata?

AMICO DI VENTURA, MOLTO BRIGA E POCO DURA: parafrasiamo. Uomo. Incontrato per caso. Tutto fumo e niente arrosto. Va beh, dai, ci siamo capite. Cinque minuti e via.

Ma, come ogni regola che si rispetti ha la sua eccezione, ecco un modo di dire a cui tutte noi abbiamo il diritto e il dovere di rifarci all’occorrenza.

SE NON TI AMA NON TI MERITA: no, non è che non ti merita. È che è stronzo, proprio.

LEZIONE 8: Mangia sano

Come diceva Mami a Rossella O’Hara in “Via col Vento”: Vera dama in pubblico dovere mangiare poco, come uccellino!”.

E, a proposito di volatili, sorvolando sul poco razzismo del doppiaggio italiano dei personaggi di colore negli anni Trenta, ecco spiegato il motivo per cui migliaia di donne al mondo, quando escono a cena, si affamano ordinando tristi ciotole di insalata scondita e deprimenti piatti di verdure al vapore. Perché le donne, si sa, devono stare attente alla linea e non abbuffarsi davanti agli estranei (che poi si esca cogli amici che ci hanno viste ubriache in mutande con un pene disegnato sulla fronte mentre abbracciamo un ventilatore, poco importa).

Ma, se alle imposizioni sociali, aggiungiamo anche un portafoglio non troppo ripieno (tanto per stare in tema), ecco che la cosa si fa decisamente difficile, e una semplice cena pre-cinema tra amici si trasforma in una vera e propria ricerca teorico-sperimentale con tanto di supporto audiovisivo e spazio per le domande finali.

“Dunque, per cominciare, escluderei pasta e pane, i carboidrati la sera non vanno bene e poi li ho mangiati ieri, le verdure e i cereali gonfiano, soffro di colon irritabile, i latticini mi fanno male, sono intollerante, le proteine le trovo un tantino difficili da digerire, sebbene il pesce sia meglio della carne, il fritto non parliamone neanche, ma vuoi mettere i grassi? Una porzione di cous cous ci starebbe, ma l’etnico mi fa andare in bagno, e l’amido tutto sommato potrebbe andare, se non fosse che il riso poi fa tappo… Sì, diciamo che io farei una porzione piccola di zucchine grigliate e una mezza naturale.

Tanto le patatine fritte, i nachos al formaggio, gli anelli di cipolla e il vino li prendete voi per tutti, no?”

LEZIONE 7: Non ti abbattere

Avete presente quando qualcosa a cui tenevate particolarmente non va come voi avreste voluto e il vostro umore subisce un inabissamento talmente drastico da far concorrenza al crollo della borsa di Wall Strett nel ’29?

Quando vi impegnate, date tutti voi stessi in un progetto e poi, nonostante gli sforzi fatti, la Dea Bendata si rivela più stitica di vostra nonna dopo una settimana a riso in bianco e semolino?

Quando vi affidate alla vostra buona stella, ci credete fino in fondo, e, una volta espresso il desiderio, alzate lo sguardo e scoprite che si trattava soltanto del riflesso dell’insegna del kebabbaro sotto casa vostra?

Quando, una volta scoperta la triste verità e ricevuta la batosta, cercate di farvi forza, ma tutto quello che vi riesce è un sorriso da 2 Novembre corredato da un sospiro al profumo di bile, e passate il resto della vostra giornata a rimuginare su quanto accaduto senza riuscire a smettere di tornare con la mente al momento dell’umiliazione più cocente, della delusione più profonda, della frustrazione più pungente… E vi lasciate andare a pensieri avvelenati su voi stessi e sulle vostre capacità estendendo il severo giudizio a tutta la vostra persona, arrivando a odiare persino quell’unghia del piede tagliata troppo corta, e tutto il resto vi sembra inutile e vano e all’improvviso non sapete più chi siete, dove siete, perché siete al mondo, e un profondo turbamento si accompagna a domande sul senso della vita mentre un nodo alla bocca dello stomaco si fa sempre più stretto e vi costringe a chiudervi in camera da letto, mettervi sotto le coperte e non uscire fino a quando il mondo sarà un luogo migliore o l’intera razza umana avrà cessato di esistere?

Ottimo.

Allora STATE SBAGLIANDO TUTTO.

LEZIONE 6: Flirta

Flirtare è un gioco a cui chiunque ama prestarsi, ma che non tutti sanno gestire nel migliore dei modi. Per quanto riguarda gli uomini… no, lo ammetto, non me ne frega niente di dare consigli agli uomini. Tanto sono già tutti convinti di essere abilissimi seduttori e più della metà dei marpioni che gira per le strade se ne torna a casa ogni sera a mani vuote. Ma avete ragione voi, oh miei bei Don Giovanni del mercato del pesce! Guai a contraddirvi.

Mi rivolgo invece a noi, signore, a noi che sappiamo che per maneggiare la nobile arte della seduzione non bastano un paio di tacchi alti e un tubino aderente. Tanto per cominciare, vi sfido ad alzarvi dalla sedia di un qualsiasi ristornate per andare in bagno senza sembrare dei cotechini infilzati. Che poi si sa, la toilette nei posti più chic si trova sempre al piano inferiore dopo quattro rampe di scale, un corridoio stretto e buio, un labirinto di specchi e due ponti tibetani incrociati. E poi hanno anche il coraggio di chiederci come mai ci mettiamo tanto!

No, le donne sanno benissimo che una sessione di flirting ben gestita può portare ad innumerevoli vantaggi, quali: immediato innalzamento dell’autostima, riduzione del rischio di fobie sociali causate da visione prolungata di serie tv, perdita di controllo dei muscoli facciali con conseguente rimodellamento degli zigomi,  ammirazione smodata da parte di amiche e parenti, acquisizione di vista periferica a 360° per verificare che ogni essere vivente nella stanza stia guardando la scena e un panino doppia cotoletta con maionese, cipolla, bacon, pomodoro e patatine fritte alla paprika.

Che c’è? Avevo fame e lui mi ha offerto la cena. Mai incontrato un gentiluomo?

LEZIONE 5: Chiedi scusa

Scusa, che ore sono?”

“Come hai detto, scusa?!”

“Devo andare in bagno, puoi scusarmi un momento?”

“Oh scusa, non avrei dovuto alzare la voce!”

Ricordate, chiedere scusa è il modo migliore per essere gentili ed educati in ogni occasione. E poco importa che gli altri ci facciano caso, l’importante è che NOI sappiamo di esserci comportati nel modo giusto.

Fin da quando siamo bambini ci viene insegnato che la parola “scusa” ha un enorme potere su noi stessi, ma soprattutto sugli altri. Se chiedi scusa puoi fare praticamente tutto ciò che vuoi senza il rischio di essere punito. Hai schiaffeggiato tua sorella minore come se non ci fosse un domani e minacciano di negarti la tv per un mese? Chiedi scusa. Hai buttato le scarpe del tuo vicino di banco nel water e vogliono sospenderti? Chiedi scusa. Ti hanno beccato mentre tenevi il gatto a penzoloni fuori dalla finestra urlando “AAAAH ZIVEGNAAAA” a tutto il vicinato e stanno per dirti che sei stato adottato? Chiedi scusa.

Una volta cresciuti, da adulti, ci dimentichiamo i vantaggi dell’uso di questa semplice parolina e lasciamo che l’orgoglio e la nostra presunta maturità abbiano la meglio; ma se solo facessimo un passettino indietro con la memoria e tornassimo ai tempi delle elementari, ci accorgeremmo di avere la possibilità di risolvere buona parte dei nostri problemi con la semplice educazione.

“Tesoro, scusa, non volevo rigarti la macchina.”

“Oh scusa, non avrei mai dovuto dire alle mie amiche di quel tuo piccolo problema sotto alle coperte.”

“Lo so, non sei un porco, schifoso, egoista, fedifrago, figlio di… si, la smetto, scusa.”

“Sì, ho passato la notte fuori con un altro. Ma scusa, non lo sapevi?!”

E SCUSATE  se è poco.

LEZIONE 4: Non rispondere al telefono

Dai, ammettiamolo, ce l’abbiamo tutti. Cosa? Ma l’amico (o l’amica) inopportuno che ci telefona nei momenti più sbagliati, naturalmente! A chi non è mai capitato di essere beccato durante una seduta particolarmente impegnativa in bagno o mentre cercava di assopirsi durante una lezione o una riunione tremendamente noiosa?

E attenzione, non parlo dei parenti. No. Il parente inopportuno è diverso dall’amico. Il parente, padre, madre, zia o nonna che sia, ha la magica capacità di chiamarti sempre nel momento in cui sei a letto (o in auto, nella doccia, sulla lavatrice, sul banco del pesce) con qualcuno. O mentre stai pensando di esserci.

Che dire, poi, delle chiamate all’alba da parte di call center insistenti con offerte improbabili e sede a Catanzaro sud?

Ed ecco che, inevitabilmente,  ci ritroviamo di fronte al dilemma più grande di tutti i tempi: rispondere o non rispondere?

Così ci limitiamo a fissare lo schermo dello smartphone con occhio truce nella speranza che il disturbatore di turno si fermi ai canonici tre squilli risolvendoci il problema. Ma no, naturalmente il nostro centralinista del caso non si accontenta: non solo ci fa squillare il telefono tanto a lungo da far ripartire la suoneria de “Alla Fiera dell’Est” per DUE volte (chi ha avuto un’infanzia poco traumatica come la mia sa di quale interminabile canzoncina sto parlando), ma ci lascia anche tre messaggi in segreteria (uno vuoto, uno inutile e l’ultimo per dirci quello che realmente gli serve, ma tagliato a metà) e l’invito a richiamarlo il prima possibile.

Quindi, niente panico. In questi casi c’è solo una cosa da fare: mettere il silenzioso, riporre il telefono nel luogo da cui lo abbiamo prelevato e tornare a fissarci le punte degli alluci (o qualsiasi altra impegnativisissima attività avessimo in atto) tentando di ignorare gli insulti che ci verranno scagliati da chilometri di distanza dopo la trentottesima chiamata persa.

Ma del resto, a noi che importa? Che ci chiamino pure come vogliono… tanto noi non risponderemo mai!

LEZIONE 3: Sorridi

Sempre.

Sorridi sempre.

Ci saranno momenti in cui ti sentirai giù, giornate in cui ti pentirai di aver mangiato quella zuppa ai legumi la sera precedente, attimi in cui la tua voglia di vivere sarà inferiore al numero di ciliegie nella macedonia in scatola (quindi zero. Non ce ne sono MAI. A volte mezza, ma deve essere proprio la tua giornata fortunata), ma non importa. Tu sorridi.

Dicono che il sorriso sia il miglior passaporto per il successo, quindi perché non approfittare di quest’arma invincibile?

Tutti amano chi ha un viso solare, aperto, gentile e cordiale (sì,alcuni sono sinonimi, ma la gente non è molto originale, in genere) e tutti amano essere apprezzati a loro volta. Perché non prendere due piccioni con una fava?

Tuo cugino si è laureato e a te mancano 35 esami più uno? Sorridi.

La zia ti ha portato le lasagne ai 4 formaggi e tu sei intollerante al lattosio? Sorridi.

Hai comprato un piegaciglia online e ti arriva una poltrona in pelle di procione? Sorridi.

Il cane del tuo vicino è morto e lui ti chiede di aiutarlo a seppellirlo? Sorridi.

Come? Fuori luogo?

Beh, del resto, mica potremo avere la pretesa di piacere proprio a TUTTI, dico bene?

LEZIONE 2: Mai dire di no

Quante volte nella vita ci viene proposto di fare qualcosa che non ci va assolutamente? Quante volte veniamo coinvolte in attività che non sfiorano neanche lontanamente il nostro interesse? Quante volte ci viene chiesto un favore che non abbiamo nessuna intenzione di soddisfare?

Ve lo dico io: TROPPE.

E allora perché ci ritroviamo così spesso incastrate in situazioni che avremmo volentieri evitato? Perché non sappiamo dire di no, o meglio, spesso NON VOGLIAMO dire di no. Nessuna vuole fare la parte della cattiva, nessuna vuole essere la Malefica della situazione (che poi lei alle feste ci andrebbe anche volentieri se la invitassero, ma tant’è).

Quindi come evitare la festa di compleanno del criceto della cugina di venticinquesimo grado, come distruggere i sogni del vicino che ci chiede di cenare con lui la sera del Giorno dei Morti, come deludere le aspettative della mamma che ci chiede un pacco di carta igienica alla lavanda per il bagno degli ospiti?

Rispondendo SÌ.

Dite di sì a tutto e con entusiasmo! , ai roditori, al banchetto funebre, alla cacca alla lavanda!

E poi sparite.

Pensateci: meglio fingersi disponibili risvegliando il proprio istinto omicida o spalmarsi sul divano di casa ingozzandosi di gelato al cioccolato?

Se vogliono darvi della stronza, che almeno abbiano un buon motivo per farlo, no?

LEZIONE 1: Chi è la stronza?

Cito dal dizionario: Stronzo: persona inetta e incapace, o che comunque si comporta in modo criticabile”.

Facciamo subito chiarezza. La stronza di cui parlo non è inetta, né incapace, può avere comportamenti criticabili, ma se lo fa ha un motivo preciso.

La stronza in questione è per definizione, direttamente dal dizionario della strada: “quella che non te la dà.”

Riduttivo? Io non credo.

Ogni donna almeno una volta nella vita si è rifiutata di concedersi a qualcuno (sì, se ve lo state chiedendo il muratore del cantiere dietro casa vale lo stesso).

Ogni donna è stata vittima dei peggiori appellativi che la mente della parte lesa fosse in grado di partorire.

Ogni donna è una stronza.

Se essere una stronza vuol dire affermare la mia volontà di donna e il diritto a disporre del mio corpo come e quando voglio, allora sì, sono fiera di essere una stronza.

E dovreste esserlo anche voi.